Progressiva disfunzione ventricolare tra i non-responder alla terapia di resincronizzazione cardiaca
I non-responder alla terapia di resincronizzazione cardiaca ( CRT ) hanno esiti non-favorecvoli. Il significato di disfunzione ventricolare progressiva tra i non-responder rimane non ben definito.
Ricercatori hanno cercato di definire i predittori e gli esiti clinici associati a disfunzione ventricolare progressiva nonostante terapia CRT.
E’stata condotta una analisi su 328 pazienti sottoposti a terapia di resincronizzazione cardiaca con defibrillatore per le indicazioni standard.
Sulla base degli ecocardiogrammi a 6 mesi, i pazienti sono stati classificati come responder ( quelli con un incremento maggiore o uguale a 5% della frazione di eiezione ) e progressor ( quelli con una diminuzione maggiore o uguale a 5% della frazione di eiezione ), e tutti gli altri sono stati definiti come non-progressor.
Gli endpoint co-primari erano (1) insufficienza cardiaca, dispositivo di assistenza ventricolare sinistra ( LVAD ), trapianto, morte, e (2) tachicardia ventricolare o fibrillazione ventricolare.
Predittori di disfunzione ventricolare progressiva erano l’impiego di antagonisti dell’aldosterone ( hazard ratio, HR=0.23; P=0.008 ), precedente intervento chirurgico valvolare ( HR=3.3; p=0.005 ), e durata del QRS ( HR=0.98; P=0.02 ).
Più favorevoli cambiamenti nella funzione ventricolare sono stati associati a una minore incidenza di insufficienza cardiaca, dispositivo di assistenza ventricolare sinistra, trapianto, o decesso ( 70% vs 54% vs 33%; p inferiore a 0.0001 ) e tachicardia ventricolare o fibrillazione ventricolare ( 66% vs 38% vs 28%; P = 0.001 ), rispettivamente, per progressor, non-progressor, e responder.
Dopo aggiustamento per variabili multiple, i progressor sono rimasti ad aumentato rischio di insufficienza cardiaca, dispositivo di assistenza ventricolare sinistra, trapianto, o morte ( HR=2.14; p=0.0029 ) e tachiacrdia ventricolare o fibrillazione ventricolare ( HR=2.03; P=0.046 ) rispetto ai non-progressor.
I responder presentavano una diminuzione del rischio di insufficienza cardiaca, dispositivo di assistenza ventricolare sinistra, trapianto, o morte ( HR=0,44; p inferiore a 0.0001 ) e tachicardia ventricolare o fibrillazione ventricolare ( 0.51; p=0.015 ) rispetto ai non-progressor.
In conclusione, i pazienti con progressivo deterioramento della funzione ventricolare, nonostante terapia di resincronizzazione cardiaca, rappresentano un gruppo di non-responder ad alto rischio per gli esiti clinici non-favorevoli. ( Xagena2014 )
Friedman DJ et al, Heart Rhythm 2014; 11:1991-1998
Cardio2014